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Scrittura e Grafologia


   

    Quando ci poniamo di fronte ad una scrittura, la prima cosa che ne osserviamo è il suo aspetto esteriore, la sua chiarezza, l'originalità nella formazione di certe lettere e di tratti accessori particolarmente prolungati od omessi. Spesso attribuiamo una grafia ad una particolare persona proprio grazie alla visione di queste caratteristiche. 

    Non tutti, però, considerano il fatto che la scrittura sia il risultato impresso su carta di una serie di movimenti dell'articolazione superiore, la quale coinvolge, in una complessa sinergia, il Sistema Nervoso Centrale (o più semplicemente il cervello ed il midollo spinale), quello periferico, sensoriale  e muscolare. 


    Questa sinergia, durante i primi anni di scolarizzazione, si verifica sotto il controllo della volontà, in quanto il bambino deve apprendere ed interiorizzare le lettere nella loro individualità e nella loro interazione, finché, con l'esercizio e l'abitudine, il grafismo non diventa un'attività più spontanea ed automatizzata. 
Ciò avviene perché la scrittura non viene più considerata come una serie di "disegni estetici", ma una forma di comunicazione, la quale coinvolge nel cervello anche i centri del linguaggio, e quei segni, al'inizio incomprensibili,  assumono, poi,  la valenza di "simboli grafici" di espressioni fonetiche.

Rimanendo in tema di linguaggio, noi sappiamo che esso ha una sua intonazione, un suo ritmo di pause e riprese, cadenze e inflessioni che sono proprie dell'individuo. Tali particolarità si sommano ad altri aspetti del corpo, nelle sue movenze ed atteggiamenti, che sono propri della persona, come: il camminare, il gesticolare, l'assunzione di determinate posizioni o mimiche facciali.

Ci sono aspetti dinamici, quindi, nel linguaggio e negli atteggiamenti, che rivelano la persona nella sua individualità.

 

    Anche la scrittura, implicando i centri del linguaggio ed essendo il frutto di una serie di movimenti azionati dal cervello e dai muscoli, è espressione dell'individualità della persona.

 

 La scrittura, come espressione dell'individualità della persona, 
assume i connotati di un
"comportamento".

 

    Uno studioso svizzero di nome Max Pulver ha scoperto che ogni scrivente, quando si trova davanti ad un foglio di carta (o ad un piano scrittorio qualsiasi), dà inconsciamente ad esso  il valore simbolico dell'ambiente in cui vive e con cui si rapporta.

In esso si esprime , con la propria emotività, l'intelligenza, il modo di percepire se stesso e gli altri, quanto peso ha su di lui il passato e in che modo si propende verso il futuro, come gestisce i propri istinti e le proprie pulsioni.

La scrittura, quindi è rivelatrice della persona in quanto espressione della personalità e del carattere al pari del comportamento


    Girolamo Moretti, un altro studioso italiano, ha evidenziato come, nella scrittura, la lettera abbia il significato simbolico dell'idea e del sentimento dell'individuo, di come percepisce il proprio IO e come si rapporta con il TU.

La scrittura, quindi non è solo espressione grafica di un linguaggio ed il risultato di una complessa sinergia neuromuscolare, ma è espressione della persona nella sua interezza, in quanto ne rivela le caratteristiche intellettive e caratteriali

 

Attraverso di essa è possibile studiare la  personalità umana 
nei suoi elementi più profondi, come:  
la sua affettività, l'emotività, il modo di socializzare, il livello di autostima, come anche il suo tipo di intelligenza, la sua creatività, l'organizzazione mentale e pratica, la memoria, la capacità di problem solving.

 

    La disciplina scientifica che studia la scrittura nel suo aspetto dinamico e formativo, come espressione della persona che l'ha eseguita, nei suoi aspetti psichici, temperamentali e caratteriali, è la Grafologia.

 

    Essa, attraverso l'applicazione rigorosa di una metodologia che si basa su comprovate leggi fisiche, neurofisiologiche e psicologiche, sulle quali si sviluppa il movimento scritturale, permette di determinare il temperamento ed il carattere di una persona.

    Oltre a quelli citati, ci sono diversi capiscuola che hanno individuato le leggi che regolano la formazione della scrittura ed hanno strutturato metodologie di analisi contribuendo all'evoluzione di questa disciplina. 
Da menzionare sono J. Hippolite Michon, Jules Crépieux-Jamin, Robert Saudek, Ludwig Klages, Marco Marchesan. 

    Il test grafologico è un elemento utile per cogliere i punti deboli della personalità di un individuo, per poi poter intervenire con adeguate terapie, ma è utile anche per poter riconoscere le potenzialità positive su cui far leva per potersi esprimere al meglio nel proprio rapporto con gli altri e nelle proprie attività.

Gli ambiti in cui viene usata la Grafologia sono:

 
 clinico:  in cui lo strumento grafologico, affiancato ad altri test diagnostici, è utilizzato per individuare anomalie psichiche e disturbi di personalità
orientamento scolastico 
ed universitario:
 
in cui, attraverso l'individuazione degli elementi intellettivi e caratteriali propri della persona, è possibile suggerire il percorso scolastico ed universitario più adatto
 orientamento professionale:  anche in questo campo si tiene conto delle caratteristiche intellettive e caratteriali dell'individuo per indirizzarlo nella scelta più idonea della propria professione
 età evolutiva:  in cui lo studio combinato della scrittura, degli scarabocchi e dei disegni permettono di osservare il bambino, o l'adolescente, nella sua evoluzione, individuando le varie problematiche proprie dei vari stadi di crescita, permettendo all'operatore di intervenire con gli strumenti più adeguati.
 Peritale giudiziario:  in cui la grafologia viene applicata con le sue leggi legate al movimento scritturale, per l'esecuzione di perizie grafiche al fine di verificare sospetti di falso su grafie, come: firme, testamenti, anonimo grafie, ecc.

 


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